Eugenio Scalfari è morto a Roma il 14 luglio scorso. Il noto giornalista e scrittore, fondatore de L’Espresso e la Repubblica, aveva 98 anni. Ci lascia uno dei più importanti ed influenti giornalisti italiani, che ha vissuto e raccontato i fatti dell’ultimo secolo del nostro Paese.
Nato a Civitavecchia nel 1924, iniziò a scrivere su Roma Fascista, organo ufficiale dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti), divenendo caporedattore nel 1942. A causa di alcuni articoli da lui scritti contro alcuni gerarchi del partito, accusati di speculazioni sulla costruzione del quartiere EUR di Roma, fu espulso dal gruppo.
Nel secondo dopoguerra si avvicinò alle posizioni del neonato Partito Liberale Italiano ed iniziò a collaborare prima con Il Mondo di Mario Pannunzio e poi con L’Europeo di Arrigo Benedetti dove cominciò ad occuparsi di economia con una prosa fruibile a tutti.
Il suo pubblico era ormai delineato, ovvero la borghesia liberale e riformista che si incontrò perfettamente con le posizioni del settimane L’Espresso, fondato da Eugenio Scalfari ed Arrigo Benedetti nel 1955. In cinque anni anni L’Espresso arrivò a superare il milione di copie vendute.
Vent’anni dopo Eugenio Scalfari decise di fondare un quotidiano tutto “suo”. Così il 14 gennaio 1976 nacque La Repubblica, un giornale che in poco tempo divenne famoso in tutta Italia, punto di riferimento di quella borghesia progressista che guardava al Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer con fiducia. Tre furono le principali battaglie che portò avanti il quotidiano nei suoi primi anni di vita: aprire il governo ai comunisti italiani, che in quegli anni stavano cercando faticosamente di affrancarsi dall’Unione Sovietica, instaurare al centro del dibattito politico la questione morale e l’esigenza di modernizzare il Paese.
In quegli anni Eugenio Scalfari criticò aspramente la politica di Bettino Craxi e del presidente Francesco Cossiga, oltre ad appoggiare incondizionatamente Mani Pulite. Durante la Seconda Repubblica la sua critica si concentrò principalmente sull’operato di Silvio Berlusconi, prima di abbandonare nel 1996 la direzione di La Repubblica dopo aver già venduto la proprietà a Carlo De Benedetti.
I funerali di Eugenio Scalfari si sono svolti sabato in Campidoglio alla presenza anche delle più alte cariche dello stato.
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