E’ scomparso qualche giorno fa a Milano a causa di una lunga malattia che non gli ha lascaito scampo, lasciando un vuoto nel mondo dell’alta gioielleria italiana e internazionale, Gianmaria Buccellati. Aveva 85 anni.
Definito il “Principe dei gioiellieri italiani“, Gianmaria era il quarto di cinque fratelli, nonché il primo ad aver seguito le orme del padre Mario, famoso per essere stato l’orafo di fiducia de “la divina e il poeta”, ossia la coppia formata da Eleonora Duse, bellissima attrice del teatro italiano e il poeta Gabriele D’Annunzio.
Già a 16 anni Gianmaria Buccellati trafficava e lavorava nel negozio e nelle botteghe di Milano di famiglia. Entrato come apprendista ha ben presto imparato le arti del mestiere abbracciando tutti i ruoli della catena di elaborazione artigianale, arrivando a curarne non solo la produzione, ma anche l’aspetto creativo e di design. Un «artista-artigiano col cuore grande» ma anche un attento e bravo imprenditore.
Nel 1965, con la scomparsa del padre, Gianmaria Buccellati, sviluppa un suo marchio personale, e esporta l’azienda in tutto il mondo, prima in Europa, poi per le strade più famose di New York, e infine persino in Estremo Oriente. Prima il padre e poi il figlio, hanno mostrato al mondo una tradizione orafa di grande qualità e di alta gioielleria, tali da essere apprezzati a livello internazionale.
Sono tanti i riconoscimenti che gli sono stati conferiti negli anni per il suo lavoro; suo anche il primato della custodia per iPhone più costosa del mondo prodotta con la sua azienda.
Diverse sono state anche le mostre che negli anni hanno visto il marchio Buccellati protagonista, come “I Tesori della Fondazione Buccellati – da Mario a Gianmaria, 100 anni di storia dell’arte orafa” che viene presentata con queste parole: “(…) A lui, va assegnato il merito di aver fatto conoscere lo ‘stile Buccellati’ capace di diventare un mito dell’arte orafa, apprezzato dai membri delle case regnanti, da pontefici e uomini di cultura.”