Il regista e produttore Ivan Reitman è morto nel sonno nella sua casa di Montecito in California lo scorso 12 febbraio all’età di 75 anni.
https://www.corriere.it/spettacoli/22_febbraio_14/morto-ivan-reitman-75-anni-regista-ghostbusters-gemelli-2b2185e8-8d6f-11ec-a91e-e98defcaa657.shtml
Scompare uno dei più geniali registi della commedia nel cinema, autore di film di una comicità demenziale divenuti dei veri e propri cult. Da Animal House, che lanciò l’attore John Belushi, Polpette, che sancì l’inizio del suo sodalizio con Bill Murray, fino ad arrivare al suo più grande successo: Ghostbusters – Acchiappafantasmi. Quest’ultimo è stato campione d’incassi nel 1984 e candidato a due Premi Oscar. Inizialmente Ivan Reitman scrisse questa commedia paranormale per John Belushi, ma l’improvvisa morte dell’attore a soli 33 anni, non permise ai due di tornare a lavorare insieme dopo il successo di Animal House. In ogni caso il cast riunito per questo film fu straordinario e mise in luce tutto il talento di attori come Bill Murray, Dan Aykroyd e Sigourney Weaver.
Seguirono altre pellicole di successo di cui Ivan Reitman fu produttore. Basti pensare a Beethoven, il cui protagonista è un simpaticissimo cane di San Bernardo, e Space Jam in cui mescola il grande campione di basket Michael Jordan e Bugs Bunny.
Nel corso della sua carriera molti furono i sodalizi artistici importanti instaurati con grandi attori. Uno di questi è senza dubbio quello con Arnold Schwarzenegger, che il regista canadese di origine cecoslovacca trasformò in brillante attore comico in tre film: I Gemelli, insieme a Danny De Vito, Un poliziotto alle elementari e Junior, ancora con Danny De Vito, in cui l’attore di origine austriaca resta incinto a causa dell’assunzione di un farmaco in sperimentazione sulle scimmie.
Come detto Ivan Reitman era di origine cecoslovacca essendo nato a Komarno nel 1946, una piccola cittadina dell’allora Cecoslovacchia (ora Slovacchia). La sua famiglia decise poi nel 1951 di emigrare in Canada per sfuggire al regime comunista che si era instaurato nel dopoguerra.
Il figlio Jason, anche lui affermato regista, lo ha ricordato con queste toccanti parole: “Ho perso il mio eroe. Tutto quello che voglio è la possibilità di raccontare un’altra storia a mio padre. Veniva da una famiglia di sopravvissuti e ha trasformato la sua eredità in una risata. Grazie per i messaggi. Apprezzate i suoi film e ricordatevi i suoi doni nella narrazione. Niente lo avrebbe reso più felice”.