Allenatore e giocatore, ma non solo: Johan Cruyff è stato una vera e propria leggenda nel mondo del pallone che proprio qualche giorno fa è passato a miglior vita. Scomparso all’età di 68 anni a Barcellona, Johan Cruyff è morto dopo aver combattuto una lunga battaglia contro il cancro ai polmoni.
Lo staff di AMA Onoranze Funebri Roma, impresa funebre della Capitale, ha scelto di ricordarlo per essere stato colui che ha cambiato per sempre quello che è lo sport più bello del mondo, a cominciare dai numeri di maglia. Infatti, in un calcio dove si leggevano solo undici numeri, il 14 rappresentò un’assoluta e rivoluzionaria diversità. Doverosa per un “marziano” come lui.
Infatti, in un calcio impostato e schematico, agli inizi degli anni ’70 piomba un ragazzo olandese che sapeva e voleva far tutto, senza un ruolo preciso. Un calcio senza ruoli dove lui, Profeta del Gol (così lo avevano soprannominato), davvero riusciva a far tutto e meglio di ogni altro.
E fu proprio nel suo Ajax e nella nazionale olandese che Johan Cruyff improntò nel calcio una visione molto più moderna di cui squadre di “marziani”, come il Barcellona di oggi, sono figlie. Infatti, la società catalana affidò a Cruyff la ricostruzione delle squadre: dai bambini alla prima squadra, e lui seppe impostare la sua tecnica di gioco, la sua visione assolta e totale del calcio.
Certamente nella storia del pallone ci sono campioni molto più citati del ragazzo olandese (come Pelè, Maradona e tanti altri) ma occorre ricordare che tutto il calcio moderno è debitore della rivoluzione che vi portò Johan Cruyff.