Onoranze Funebri Roma ricorda Jose’ Saramago

jose saramagoA cinque anni dalla scomparsa dello scrittore portoghese Jose’ Saramago, Onoranze Funebri Roma ha voluto rendere omaggio a una grande persona, premio Nobel per la letteratura, ricordandolo attraverso le sue frasi più celebri.

Si ricorda che lo scrittore Jose’ Saramago era scomparso il 18 giugno 2010 nella sua casa di Tias, nelle Isole Canarie. Affetto da leucemia cronica, Saramago aveva smesso di respirare intorno alle 13 tra le braccia della moglie, Pilar del Rio.

  • La vita è un’orchestra che suona sempre, intonata, stonata. (da Le intermittenze della morte)
  • Se non siamo capaci di vivere globalmente come persone, almeno facciamo di tutto per non vivere globalmente come animali. (da Cecità)
  • Te l’immagini, una scala che prima ero capace di salire e scendere a occhi chiusi, così sono le frasi fatte, non hanno alcuna sensibilità per le mille sottigliezze semantiche, questa, per esempio, ignora la differenza tra il chiudere gli occhi ed essere ciechi. (da Cecità)
  • Trovarsi d’accordo non sempre significa condividere una ragione, la cosa più abituale è che un gruppo di persone si riuniscano all’ombra di un’opinione come se fosse un parapioggia. (da L’uomo duplicato)
  • Piacere è probabilmente il miglior modo di possedere, possedere dev’essere il peggior modo di piacere. (da Il racconto dell’isola sonosciuta)
  • È il solito problema di sempre, se non parliamo siamo infelici, e se parliamo non ci comprendiamo. (da La Caverna)
  • Né tu puoi farmi tutte le domande, né io posso darti tutte le risposte. (da Il vangelo secondo Gesù Cristo)
  • Anche le idee sbagliate possono essere belle. (da La Caverna)
  • Un uomo non può camminare a caso, non sono solo i ciechi ad aver bisogno del bastone che tasti un palmo avanti o del cane che fiuti i pericoli, anche un uomo con i propri due occhi intatti ha bisogno di una luce che lo preceda, quello in cui crede o a cui aspira, anche i dubbi servono, in mancanza di meglio. (da L’anno della morte di Ricardo Reis)
  • Chiaro che siamo in guerra, ed è una guerra di accerchiamento, ognuno di noi assedia l’altro ed è assediato, vogliamo abbattere le mura dell’altro e mantenere le nostre, l’amore verrà quando non ci saranno più barriere, l’amore è la fine dell’assedio. (da Storia dell’assedio di Lisbona)