E’ morto Klas Ingesson, calciatore svedese che ha militato per diverse stagioni nel campionato italiano, sconfitto da una brutta malattia che purtroppo non gli ha lasciato scampo, un mieloma multiplo che lo ha consumato lentamente togliendogli qualsiasi speranza. Aveva 46 anni.
L’Italia aveva iniziato a chiamare Klas Ingesson il “Guerriero” nel 1995, quando raggiunse Bari dopo una carriera da giramondo tra Scandinavia, Paesi Bassi e Inghilterra. Forte fisicamente e in grado di dettare i tempi del centrocampo, Ingesson divenne subito capitano dei biancorossi, prima di passare al Bologna. A 33 anni l’ultima esperienza a Lecce. Nel frattempo aveva fatto in tempo a vestire per 57 volte la maglia della nazionale svedese e salire sul podio al Mondiale del ’94 negli Stati Uniti.
Il mondo del calcio perde così un’altra delle sue facce pulite che amava lo sport, faceva il suo lavoro con passione e correttezza, senza mai andare oltre le righe, capace di confrontarsi a centrocampo da grande con i più grandi, senza mai far trasparire un filo di timore.
Per questo, per quanto fatto e dimostrato dentro e fuori dal campo, Klass Ingesson era un esempio per tutti. Dell’Elfsborg e della sua Svezia, di cui ha portato la maglia come una seconda pelle. Del Bologna, che rimpiange il “suo guerriero” sui social network. Dei tifosi del Bari e pure di quelli del Lecce, sua prima e sua ultima formazione italiana: squadre rivali come poche, unite nell’affetto per questo grande uomo dal cuore enorme venuto dalla Scandinavia.
Non solo mediano di successo: nel corso della sua carriera, infatti, Klas Ingesson era stato capitano coraggioso. La fascia l’ha indossata a lungo a Bari. “È lì che sono diventato un calciatore vero”, aveva ricordato anni dopo in un’intervista. “Il momento migliore fu quando Fascetti mi diede la fascia di capitano. Io gli dissi: mister, ma non parlo l’italiano. Fa niente, mi rispose: fallo col cuore”.