E’ morta la tennista Jana Novotna dopo una lunga battaglia contro il cancro. Aveva solo 49 anni e ha rappresentato al meglio la tradizione del tennis della ex Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca).
Nata a Brno nel 1968, Jana Novotna fu interprete del cosiddetto “serve and volley”, un tennis estremamente offensivo e spettacolare, inconsueto nel panorama femminile. Fu una delle massime protagoniste negli anni novanta dominando la specialità del doppio femminile, in cui arrivò al primo posto nel ranking mondiale vincendo 12 trofei del Grande Slam, ed arrivando al secondo posto della classica nel singolare in cui disputò 4 finali dello Slam vincendone una. Particolarmente intenso fu il suo rapporto con Wimbledon, che vinse più volte nel doppio e, dopo 2 tentativi, anche nel singolo. Non accade spesso nello sport che una sconfitta ti renda più popolare di un trionfo. Questo è successo alla tennista Jana Novotna nel 1993 nella finale di Wimbledon contro Steffi Graf. In vantaggio al terzo e decisivo set per 4-1 improvvisamente crollò consentendo alla tedesca di aggiudicarsi la partita. Durante la premiazione venne sopraffatta dallo sconforto scoppiando a piangere sulla spalla della Duchessa di Kent che cercò di consolarla. Quella bruciante sconfitta l’aiutò a crescere umanamente e sportivamente, come lei stessa dichiarò anni dopo, e fu il punto di partenza per il trionfo del 1998 (come la stessa Duchessa di Kent le aveva pronosticato dopo la seconda sconfitta in finale contro la Hingis). Ed infatti una raggiante Jana Novotna finalmente riuscì ad alzare il piatto d’oro e d’argento nel prato verde più famoso al mondo per la gioia di tutti gli appassionati di tennis, inclusa naturalmente la Duchessa di Kent che le sussurrò: “perchè tanta confusione….. non ti avevo forse detto che avresti vinto?”. Ora che aveva raggiunto l’obiettivo più prestigioso della sua carriera, poteva serenamente ritirarsi. Come infatti avvenne del 1999 dopo tante soddisfazioni, incluse 3 medaglie vinte (due d’argento nel doppio ed una di bronzo nel singolo) alle Olimpiadi di Seoul e di Atlanta.