Il cantante francese Johnny Hallyday è morto per l’aggravarsi di un cancro ai polmoni che lo aveva colpito da circa un anno. In Francia Johnny Hallyday è una vera e propria icona della musica e la sua scomparsa ha rappresentato un evento di enormi proporzioni dal punto di vista emotivo. Il presidente Macron così lo ha voluto ricordare: “Abbiamo tutti in noi qualcosa di Johnny Hallyday. Di Johnny non dimenticheremo nè il nome, nè la faccia, nè la voce, ne, soprattutto, le interpretazioni che, con quel lirismo rozzo e sensibile, appartengono oggi pienamente alla storia della canzone francese. Ha fatto entrare una parte di America nel nostro Pantheon nazionale….”. In effetti è stato il grande amore per il rock ‘n’ roll a contrassegnare la vita di Jean-Philippe Smet che giovanissimo decise di cambiare il proprio nome in Johnny Hallyday utilizzando il cognome del marito di una sua cugina ed americanizzando il suo nome di battesimo. La scoperta di Elvis Presley e la volontà di ispirarsi a lui fin dal 1957 nelle sue esibizioni nei locali parigini lo avviarono ad una lunga e fortunata carriera con oltre 1000 canzoni e più di 100 milioni di dischi venduti. Un successo che dura da oltre 57 anni e che lo ha portato ad essere in Francia una vera e propria istituzione nazional-popolare. Dal primo successo “Souvenirs souvenirs” alla hit “Que je t’aime” che si impose anche in Italia cantata nella nostra lingua (“Quanto t’amo”). I suoi concerti in Francia registrarono sempre il “tutto esaurito” ed alcuni di essi restano indimenticabili come quello insieme ai Rolling Stones o ai piedi della Torre Eiffel che radunò ben 400.000 spettatori. Anche la sua prima moglie Sylvie Vartan, popolarissima in Italia durante il loro matrimonio e da cui ebbe il figlio David, ha voluto ricordare Johnny Hallyday definendolo “l’amore della sua gioventù” che “nulla potrà mai sostituirlo”.
Nell’estate scorsa la sua ultima esibizione insieme ai cantanti Jacques Dutronc e Eddy Mitchell ed il proposito di preparare un nuovo album con un tour estivo nel 2018. Purtroppo la malattia non ha reso possibile tutto questo ma resta una carriera memorabile impreziosita dal riconoscimento della Legion d’Onore che nel 1997 gli assegnò l’allora presidente Jacques Chirac.