E’ morto lo scorso 2 marzo Carlo Ripa di Meana all’età di 88 anni. La scomparsa è avvenuta a meno di due mesi dalla morte della moglie Marina che lo aveva chiuso in un doloroso silenzio “spezzato” solo da questa dichiarazione: “Mi sono reso conto che l’ho amata disperatamente. Marina si è fatta conoscere per quello che era, ha fatto saltare tutti i diaframmi e tutti le hanno voluto bene”.
Carlo Ripa di Meana nacque nel 1929 dalla nobile famiglia dei marchesi di Meana e da Fulvia Schanzer, figlia del senatore e ministro giolittiano Carlo Schanzer. Di idee progressiste, aderì da giovanissimo al Partito Comunista Italiano che lo inviò a Praga per dirigere la rivista dell’Unione Internazionale degli Studenti World Student News. Durante il suo soggiorno incontrò Bettino Craxi che rappresentava l’Unione Goliardica Italiana nelle università. Appartenente alla corrente revisionista, uscì dal PCI insieme al suo leader, Antonio Giolitti, confluendo nella sinistra del Partito Socialista Italiano. Gli anni sessanta furono molto importanti per Carlo Ripa di Meana che cominciò a frequentare i salotti intellettuali progressisti milanesi. Conobbe e frequentò l’architetto e designer Gae Aulenti con cui si legò per molti anni. Candidato alle elezioni regionali del 1970, venne eletto alla regione Lombardia e nominato presidente della Commissione Statuto e del Gruppo Socialista. Fu uno dei firmatari della lettera aperta pubblicata sul settimanale L’Espresso in cui si additava il commissario Luigi Calabresi come responsabile della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli (precipitato da una finestra della questura di Milano). Molti anni dopo, nel 2007, Carlo Ripa di Meana chiese pubblicamente scusa ai familiari di Calabresi indicando in quella lettera la responsabile morale dell’omicidio del commissario romano.
Negli anni settanta proseguì la sua ascesa nella vita pubblica del Paese divenendo presidente della Biennale di Venezia, riformata dopo la contestazione studentesca. Successivamente fu deputato al Parlamento Europeo e Commissario Europeo alla Cultura ed all’Ambiente. Non furono estranee al suo successo politico la vicinanza politica e l’amicizia con il leader socialista Bettino Craxi, che nel 1982 gli fu anche testimone di nozze nel matrimonio con Marina.
Gli anni di Tangentopoli lo videro allontanarsi dal PSI, dopo il suo voto contrario (come ministro del primo governo Amato) al Decreto Conso che proponeva la depenalizzazione del reato di finanziamento illecito ai partiti. Carlo Ripa di Meana divenne portavoce dei Verdi, nei quali fu eletto di nuovo parlamentare europeo votando contro l’adozione dell’Euro come moneta unica. Anche dopo l’abbandono dell’attività politica, continuò il suo impegno ambientalista divenendo nel 2005 presidente dell’associazione Italia Nostra. Negli ultimi anni della sua vita si avvicinò alle posizioni del centro-destra votando Silvio Berlusconi alle elezioni politiche del 2013.