AMA Onoranze Funebri Roma ricorda l’attore Ray Lovelock

Ray Lovelock
L’attore Ray Lovelock è morto a Trevi dopo una lunga battaglia contro il tumore. Le sue condizioni di salute erano peggiorate negli ultimi due mesi, come riferito da suo fratello Andrea: “Aveva un tumore che ha combattuto coraggiosamente ma negli ultimi due mesi le sue condizioni si erano aggravate.”
Il nome di Ray Lovelock è legato indissolubilmente ai film polizieschi all’italiana degli anni settanta che nel corso degli anni successivi vennero considerati “cult”, capaci di influenzare registi importanti come Quentin Tarantino.
Raymond Lovelock, detto Ray, nacque a Roma nel 1950 da padre inglese ed iniziò la sua carriera come comparsa ed attore di fotoromanzi. La sua prima opportunità nel cinema arrivò nel western “Se sei vivo spara” del 1967. Ma è nell’anno successivo che Ray Lovelock ottenne un ruolo in un film importante: “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani. Nel film interpretò il ruolo di Tuccio, il minorenne della Banda che terrorizzò Milano negli anni sessanta (rifacendosi alla storia della Banda Cavallero). In quegli anni Lovelock si cimentò anche come cantante nella band di Tomas Milian, con cui incise dischi per alcune colonne sonore di film (“Il delitto del diavolo”, “Uomini si nasce poliziotti si muore”). Ma furono gli anni settanta ad incoronarlo come attore di “genere” nei polizieschi all’italiana: “Squadra volante”, “Milano si odia: la polizia non può sparare”, “Roma violenta” e “Uomini si nasce poliziotti si muore”. Non solo film polizieschi ma anche un incursione nel genere sexy che all’epoca si stava imponendo commercialmente. E’ di questo periodo la sua partecipazione in “La vergine, il toro ed il capricorno” con Edwige Fenech, ed “Avere vent’anni” al fianco di Gloria Guida, due autentiche sex symbol dell’epoca.
Dagli anni ottanta in poi Ray Lovelock legò il suo nome alla televisione interpretando numerose fiction e serie TV. Da ricordare: “La piovra 5 – Il cuore del problema”, “A due passi dal cielo”, “Lo zio d’America”, “Don Matteo”, “L’onore e il rispetto” e “Caterina e le sue figlie”.