Il regista Ermanno Olmi è morto all’età di 86 anni il 5 maggio scorso all’ospedale di Asiago dopo una lunga malattia. E’ stato uno dei più importanti ed originali registi degli ultimi settant’anni. Ha raccontato la vita quotidiana della gente semplice, i loro sentimenti, il rapporto con la natura e con la Provvidenza.
Ermanno Olmi nacque a Bergamo nel 1931 da una famiglia di origini contadine e profondamente cattolica. Si trasferì giovanissimo a Milano per seguire il papà ferroviere, poi scomparso durante la seconda guerra mondiale. Per sostenere i costi dei corsi all’Accademia di Arte Drammatica iniziò a lavorare presso la Edison-Volta. La mamma, anch’ella impiegata in questa azienda, gli affidò l’organizzazione delle attività ricreative per i dipendenti e la documentazione, tramite filmati, delle produzioni industriali. L’esperienza fatta sul campo gli permise di iniziare la sua carriera di regista. I suoi primi film, che descrivevano la società del tempo con i problemi della gente comune, ebbero un positivo riscontro dalla critica. Seguirono altri film meno fortunati prima di dare alla luce quello che unanimemente viene considerato il suo capolavoro: L’albero degli zoccoli, grande affresco dell’Italia rurale girato con attori non professionisti (una caratteristica spesso presente nei suoi film) in dialetto bergamasco. Il film si aggiudicò la Palma d’Oro a Cannes ed il Premio César per il miglior film straniero.
Rimasto a lungo lontano dal suo lavoro a causa di una grave malattia, Ermanno Olmi tornò a dirigere il film Lunga vita alla signora!, premiato a Venezia con il Leone d’Argento e, l’anno successivo, La leggenda del santo bevitore, vincitore del Leone d’Oro. Alcuni anni dopo girò Il segreto del bosco vecchio con protagonista l’attore Paolo Villaggio anche se il film non ebbe un grande riscontro. Il successo di critica tornerà con Il mestiere delle armi, film storico sulla figura del condottiero Giovanni de Medici che ci mostra il momento in cui venne introdotta la polvere da sparo che segnò l’inizio della guerra moderna.
Nel 2008 ad Ermanno Olmi venne consegnato il Leone d’Oro alla carriera, un giusto riconoscimento ad un regista che ha contribuito a rendere grande il nostro cinema in Italia e nel mondo.