Arrigo Petacco, storico e giornalista, è morto lo scorso 3 aprile nella sua abitazione di Porto Venere all’età di 89 anni. Con la sua morte scompare uno degli ultimi grandi divulgatori della storia del nostro novecento. Fu definito uno storico revisionista perchè mise talvolta in discussione la ricostruzione di alcune presunte verità figlie più di convinzioni e pregiudizi politici che di un’attenta analisi delle fonti e dei documenti. La verità: questo è stato il presupposto fondamentale del suo lavoro di storico con oltre 50 libri pubblicati, in gran parte riferiti al periodo Fascista ed alle due guerre mondiali. La monumentale opera sul Fascismo, le monografie di alcuni suoi gerarchi (Alessandro Pavolini, Nicola Bombacci, Ettore Muti, il prefetto Mori), le vicende controverse del novecento nel recente volume La storia ci ha mentito. Dai misteri della borsa scomparsa di Mussolini alle «armi segrete» di Hitler, le grandi menzogne del Novecento, il carteggio tra Mussolini e Churchill, la sconfitta di El Alamein nella seconda guerra mondiale e tantissimi altri. Ogni fatto analizzato nel profondo anche a costo di attirare polemiche. Come quella esplosa nel 2014 a seguito di un’intervista rilasciata al blog di Beppe Grillo dove rifiutava la consolidata tesi storiografica sul Duce mandante dell’omicidio di Matteotti, motivandola con queste parole: “Mussolini nel ’24 ha ottenuto il 68,8% dei voti, vi rendete conto? Altro che violenza e che minaccia! E i socialisti, il povero Matteotti era al 18-20%. A questo punto la domanda che faccio io è: voi pensate che, 10 giorni prima che aveva stravinto le elezioni politiche, il capo del governo, non ancora dittatore, per fare uccidere il capo dell’opposizione manda 4 manigoldi con una lima arrugginita?”.
Arrigo Petacco nacque a Castelnuovo Magra nel 1929 e iniziò a lavorare come giornalista di cronaca nera nel quotidiano Il Lavoro di Genova diretto da Sandro Pertini. Fu direttore de La Nazione e del mensile Storia Illustrata. Collaborò con la RAI realizzando trasmissioni di approfondimento storico. Dal suo romanzo Joe Petrosino fu tratto uno sceneggiato, dall’omonimo titolo, con protagonista Adolfo Celi. La sua ultima fatica letteraria, pubblicata alcuni mesi fa, è stata Caporetto, scritta con il giornalista Marco Ferrari.