Filosofo, saggista, semiologo e scrittore tra i più importanti del nostro tempo, Umberto Eco si è spento all’età di 84 anni nella sua casa di Milano e ha ricevuto funerali laici presso il Castello Sforzesco.
Onoranze Funebri Roma, agenzia funebre di Roma con sede a San Lorenzo, ha voluto ricordarlo a pochi giorni dalla sua scomparsa per il suo spirito critico, la sua lungimiranza e per il suo pensiero politico e sociale sempre attento ai cambiamenti della società.
Nato nel 1932, Umberto Eco raggiunse la popolarità quando, nel 1954 venne ingaggiato dalla Rai come “corsaro” con la missione di svecchiarne i programmi. Resta noto di quel periodo l’articolo “Fenomenolgia di Mike Bongiorno” nel quale Eco scrive, provocando l’ira del presentatore: “Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello”.
Ma la consacrazione per Umberto Eco, arrivò nel 1980 con il romanzo Il Nome della Rosa, tradotto in 47 lingue e trasportato in film con la regia di Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery nei panni del monaco benedettino Guglielmo da Baskerville. Al best seller è seguito un altro romanzo: Il Pendolo di Foucault, anch’esso molto apprezzato dai lettori.
Umberto Eco fu anche professore incaricato in diverse università italiane, arrivando, infine, a Bologna dove ottenne la cattedra di Semiotica nel 1975. Testi di semiotica scritti da Eco che hanno riscosso grande successo tra docenti e studenti sono: “Trattato di Semiotica Generale”, “Lector in fabula”, “Semiotica e filosofia del linguaggio”, “Kant e l’ornitorinco”.
All’Università di Bologna è stato, anche, direttore dell’Istituto di Comunicazione e spettacolo del DAMS (dove il fumettista Andrea Pazienza fu suo studente) e successivamente fondatore del Corso di Laurea in Scienze della comunicazione.